Premessa
L'autodeterminazione ed il controllo della salute e della propria fecondità da parte delle donne sono considerate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità uno dei "…più forti indici di maggior benessere fisico e di minore incremento delle malattie femminili e dei bambini…".
Per far sì che il benessere fisico, considerato dall'OMS un diritto umano, possa essere perseguito, occorre fare prevenzione.
La prevenzione è la più importante fonte di riduzione della spesa sanitaria.
Porre la soggettività femminile al centro degli obiettivi di prevenzione significa rendere possibile per ogni singola donna lo sviluppo di capacità di gestione della propria salute, della salute dei suoi figli e, almeno in parte, di controllo della propria vita.
Nel nostro Sistema Sanitario Pubblico le strutture che devono svolgere un'azione di promozione, organizzare servizi di accoglienza e di riferimento per ogni fascia di età e di popolazione in generale, sono le ASL.
Nel corso degli anni molte leggi hanno stabilito criteri, compiti e finanziamenti dei servizi di prevenzione: l'istituzione del Servizio Sanitario Nazionale stesso, la legge sui Consultori, la legge 194 e tanti altri provvedimenti nazionali e locali.
I Consultori, in particolare, è previsto che siano luoghi di accoglienza, informazione e promozione di una sessualità libera e consapevole.
Torino può vantare una storia molto significativa, fatta di quasi 30 anni di attenzione ed esperienza sviluppate dai servizi pubblici nell'interesse delle cittadine residenti.
Tale esperienza non è mai stata compiutamente indagata e sistematizzata, benché le statistiche siano state puntualmente raccolte e siano stati fatti seri tentativi di approfondimento.
Nel momento in cui viene istituito, per la prima volta in Italia, un Osservatorio Cittadino sulla Salute delle Donne che ha per scopo istituzionale la promozione della salute delle donne native e migranti, osservata da un punto di vista di genere, è fondamentale una ricognizione preliminare del cammino fin qui percorso dalle istituzioni della nostra città, per analizzare gli approcci e gli strumenti via via messi a punto e verificarne la adeguatezza a fronte dei mutamenti intervenuti nella popolazione sia a livello culturale che demografico.
In particolare, un raffronto fra i rapidi cambiamenti dei modelli di fecondità e della gestione della sessualità che si sono verificati nelle nostre "barriere" negli anni '70 (là dove si sono insediati i primi consultori) consentirà di vedere le differenze e le somiglianze che si sviluppano oggi in quegli stessi quartieri.
L’analisi del modo di operare dei consultori nel tempo consentirà anche di ricostruire il modo in cui essi hanno affrontato e affrontano le domande e i bisogni provenienti dalle donne migranti. Allo stesso tempo permetterà di iniziare a costruire una prima documentazione sistematica dei modi in cui le donne migranti che arrivano nella nostra città, nella varietà e specificità delle culture di provenienza e delle condizioni di migrazione, affrontano e sperimentano la propria vita sessuale e riproduttiva.
La ricerca qui proposta fa quindi parte integrante dell’Osservatorio Cittadino sulla salute delle Donne, cui il CIRSDe partecipa.
Metodologia e Struttura della Ricerca
I° - Quantità - prima fase della ricerca
Nella sua prima fase la ricerca intende ricostruire l’offerta di servizi consultoriali in città nel tempo, sia dal punto di vista quantitativo che dal punto di vista istituzionale e organizzativo, che infine della tipologia di utenza e di prestazioni richieste/offerte. I punti di attenzione saranno perciò i seguenti:
1 - 1 Strutture e finanziamenti - dati statistici e amministrativi
¨ Quantità dei servizi e loro dislocazione sul territorio (inserimento nelle circoscrizioni e variazioni nel tempo)
1 - 2 Personale - ricerca dati statistici e amministrativi, ricostruzione percorsi, interviste
per tutte le figure, motivazione e formazione , permanenza e esperienza, iter di entrata e uscita
¨ Direzione e coordinamento
1 - 3 Dati e statistiche medico-epidemiologiche
¨ contraccezione: tipologie di utilizzo e variazioni degli stili contraccettivi nel tempo
2° - Qualità - seconda fase della ricerca
Nella seconda fase la ricerca approfondirà le dimensioni più qualitative dei servizi. La prospettiva temporale (evoluzione nel tempo) sarà mantenuta, anche se su alcuni aspetti, ad esempio l’accoglienza, l’attenzione sarà necessariamente più rivolta all’oggi.
2 - 1 - Accoglienza
¨ delle donne (quali fasce di età, stato civile, condizione sociale, cittadinanza sono più facilmente presenti? Perché? E’ amichevole e/o comprensibile il servizio?)
2 - 2 Bisogni del territorio
¨ alcuni punti d'attenzione (barriere e borgate all'inizio, Minorenni e straniere ora?)
2 - 3 L'idea del/nel corpo: evoluzione delle mentalità e delle pratiche su sessualità e benessere
¨ controllo: tappe e caratteristiche nel tempo del controllo di fecondità e benessere corporeo
Tempi della Ricerca
La ricerca avrà la durata di 18 mesi.
La prima parte della ricerca "I° - Quantità " sarà espletata entro il primo semestre del 2004.
La seconda parte, che è stata definita "2° - Qualità ", è esposta nei suoi titoli generali e sarà ulteriormente precisata dopo una verifica sulla base delle risultanze della prima fase di ricerca. Avrà la durata di un anno.
CD-rom “Consultori Familiari a Torino”
La ricerca è stata realizzata da un gruppo di lavoro coordinato da Silvia Pilutti. Vi hanno partecipato: Simona Augero, Daniela Marsegaglia e Anita D’agnolo Vallan. In allegato il PDF contenuto nel CD-rom.